Si è conclusa la lunga battaglia per l’assegnazione del ruolo di advisor commerciale della Figc, ne da notizia l’Ansa secondo la quale la federazione avrebbe dato mandato di firmare il nuovo accordo quadriennale con la Infront Italia al direttore generale Michele Uva. La società costola della svizzera Infront, con a capo Philippe Blatter, figlio Joseph, si aggiudica così un piatto che vale tantissimo, soffiandolo al Gruppo Rcs che lo aveva gestito negli ultimi otto anni. Non c’è ancora un comunicato ufficiale ma la notizia è stata data anche da Il Sole 24 Ore, in un articolo che di fatto è come un comunicato. La Infront Italia garantirà alla Nazionale 57 milioni di euro, cifra che gli ha permesso di superare come anticipato Rcs ma anche un colosso come SwissOne che era sceso in campo con un altro gigante come Wpp.
Il compito di Infront sarà quello di valorizzare al massimo il marchio “Italia” nel mondo, trovare nuovi partner commerciali, sfruttando anche le occasioni irripetibili rappresentate dai prossimi Europei in Francia e dai Mondiali in Russia. Queste le parole del presidente Bogarelli che commenta il raggiunto accordo all’Ansa:
Ora porteremo il marchio Italia del calcio in tutto il mondo. È stata molto impegnativa, quando subentri a qualcuno che gestisce un business da otto anni, ha determinate notizie e gestisce il prodotto con più cura non è mai facile. Ma ritenevamo che ci fossero dei difetti evidenti, prima di tutto lo sfruttamento internazionale di uno dei primi sette brand del mondo a livello di nazionali. Con Brasile, Argentina, Germania, Inghilterra, Spagna e Francia, l’Italia è una della squadre alle quali tutto il mondo guarda.
La notizia potrebbe sembrare interessante solo per chi segue il mondo della finanza, in fondo si tratta di un’asta vinta da uno dei partecipanti per assumere un ruolo di cui la Figc aveva ovviamente bisogno. Ma c’è molto di più dietro, perché questo è solo l’ultimo tassello di un giro di alleanze e accordi che di fatto stanno governando il calcio italiano nel nostro paese da ormai un bel po’ di anni.
Infront Italia si affaccia nel mondo del pallone tricolore nel 2008, il suo nome fu presentato da Matarrese, è da allora ne gestisce la vendita dei diritti TV. Anche sei anni fa in Lega ci furono battaglie intestine, la Juventus guidava il gruppo a dire il vero ristretto di dissidenti e fu messa all’angolo. Il presidente di quella società era ed è il già citato Marco Bogarelli, figura molto legata alla Fininvest e ad Adriano Galliani, tanto che il Corriere della Sera all’epoca (era il 14 luglio 2008) pubblicò un articolo che titolava, senza troppi giri di parole, “Quel Bogarelli sembra Galliani“. Da allora la presenza di Infront si è allargata a macchia d’olio, la società gestisce ora i diritti commerciali di Milan, Inter (l’ultima arrivata in famiglia), Lazio, Palermo, Sampdoria, Genoa, tra le altre, ma sono tante le collaborazioni di varia natura sparse in giro per la penisola. Un esempio? Infront quest’estate ha avuto mandato dal Cesena per trovare un nuovo sponsor di maglia.
I soldi che Infront garantisce, e ci è riuscita fino ad oggi, e distribuisce alle varie società hanno ovviamente il loro peso nella politica del pallone. Lo hanno avuto ai tempi della rielezione di Beretta (all’epoca l’Inter era con Juventus e Roma a sostegno di Abodi), lo hanno avuto quest’estate quando il nome da votare, il candidato forte di Lotito, era quello di Tavecchio (l’Inter fresca fresca di accordo con Infront scioglie il sodalizio con bianconeri e giallorossi, Thohir vota per l’ex numero uno della LND). Con i contratti della maggior parte dei partner della Nazionale dopo la spedizione brasiliana si sapeva che la Figc del nuovo presidente Tavecchio avrebbe dovuto cercare un nuovo advisor, la notizia di oggi ha dimostrato che chi pensava male alla fine ci ha preso e questa in Italia non è mai stata una novità. Per approfondire è consigliata la lettura di un ottimo pezzo del 22 settembre firmato da Fulvio Paglialunga.
Uno studio Deloitte ha mostrato che le squadre italiane sono quelle che più dipendono dai soldi delle tv nel mondo, il 61% dei ricavi della Juve, il 58% di quelli del Milan e la media si aggira su cifre del genere. Le big spagnole incassano dalle tv cifre inferiori al 40% dei loro ricavi, ancora più bassa l’incidenza per tedesche, francesi e inglesi, per restare nei campionati più importanti. Dove non arrivano i diritti tv arrivano quelli commerciali, anche lì la Infront ha messo le mani viste le tante collaborazioni. Questo vuol dire che in pratica da sola la società italo-svizzera può garantire ad un club anche l’80% di quello che entra in cassa, in pratica la sopravvivenza. Bogarelli con la sua società gestisce anche i diritti di Serie B, Coppa Italia, Supercoppa e campionato Primavera. Da ora anche la Nazionale è nelle loro mani, legittimamente, ma interrogarsi se una tale concentrazione di potere nelle mani di pochi, i soliti a ben vedere, non sia un pericolo è legittimo.
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